Sono oltre 6mila i detenuti usciti dagli istituti penitenziari a partire dall'inizio dell'emergenza coronavirus. Lo comunica il ministero della Giustizia Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria. Al 29 febbraio scorso, poco tempo dopo le prime
indicazioni inviate dal Dap agli istituti per la prevenzione del contagio da Covid-19, erano presenti 61.230 detenuti. Di questi, secondo i dati del Ministero della Giustizia, soltanto 41.873 risultano essere condannati in via definitiva a fronte di una capienza regolamentare pari a 50.931 posti. L'Italia, non a caso, è stata condannata più volte, in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea, dalla Corte di Strasburgo. Alla mattina del 18 aprile se ne contavano 54.998: cioè 6.232 in meno. Diversi i fattori che hanno inciso, in misura differente, sul calo di presenze: l'esecuzione della pena nel domicilio dovuta all'applicazione dell'art. 123 del decreto-legge 18/2020 (cd. Cura Italia) e alla legge 199/2010; i motivi sanitari dovuti al contagio da coronavirus o a situazioni di incompatibilità con lo stato di salute del detenuto; il maggior ricorso di permessi ai semiliberi, che in tal modo possono evitare il rientro serale in istituto. Da segnalare anche l'improvvisa diminuzione dei reati che ha causato la conseguente riduzione degli arresti in flagranza. Intanto con il decreto Cura Italia si è rimodulata la detenzione domiciliare per chi deve scontare una pena inferiore ai 18 mesi, prevedendo iter più snelli, fino al 30 giugno, per chi può accedere a tale misura, con braccialetto elettronico per pene tra i 7 e i 18 mesi, nonché licenze per chi è in semilibertà. Dalla misura sono esclusi i delinquenti abituali, seriali, i terroristi, i detenuti che hanno partecipato alle rivolte di inizio marzo causate dal sovraffollamento e dalle restrizioni sui permessi per le visite dei familiari, i detenuti sottoposti a un regime di sorveglianza particolare, e anche i detenuti sottoposti al regime del 41 bis, salvo i casi previsti dalla normativa che disciplina l'ordinamento penitenziario. Proprio l'assegnazione dei domiciliari a due boss mafiosi per combattere il coronavirus ha scatenato un vespaio di polemiche. Sul fronte dei contagi, complessivamente sono 94 i detenuti che risultano al momento contagiati, quasi tutti asintomatici, mentre 11 sono ricoverati in strutture sanitarie. Tra le fila del personale risultano contagiati 204 agenti di Polizia Penitenziaria e 5 appartenenti al comparto funzioni centrali: 170 stanno affrontando la quarantena presso il domicilio e 22 in caserma; 17 sono ricoverati presso strutture ospedaliere. Mentre 19 sono fino a oggi i detenuti guariti dall'infezione da Covid-19: di questi, riferisce ancora il Dap, 14 hanno affrontato la quarantena all'interno delle camere di isolamento sanitario appositamente predisposte per ospitare i soggetti contagiati; i restanti 5 nelle strutture ospedaliere dove erano ricoverati. Restano due i decessi registrati fra i detenuti, di cui uno mentre si trovava in detenzione domiciliare in ospedale. Sei i guariti fra il personale di Polizia Penitenziaria, che conta due decessi attribuibili al contagio da Covid-19. Sono 158 invece i soggetti positivi al tampone fra i quasi 38mila agenti.
Via: AdnKronos
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