L'Italia non è più un "luogo sicuro" per lo sbarco di profughi da navi civili e militari straniere. Lo ha dichiarato il governo con un documento firmato dai ministri Di Maio (Esteri), Lamorgese (Interni), De Micheli (Infrastrutture) e Speranza (Sanità). La decisione è stata presa
mentre un barcone con 80 persone risulta disperso e la nave umanitaria Alan Kurdi, che batte bandiera tedesca, si sta avvicinando alle coste italiane con 150 persone a bordo, trasbordate durante due salvataggi di cui uno concluso dopo che una delle milizie libiche a bordo di un motoscafo ha esploso diversi colpi in mare. Il provvedimento, formalmente proposto dal Ministero delle Infrastrutture, arriva settimane dopo la dichiarazione della pandemia, come del resto ammettono gli stessi firmatari. La "chiusura" dei porti avviene settanta giorni dopo la dichiarazione dell'Oms. "Il 30 gennaio 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che la epidemia di Covid-19 costituisce una emergenza sanitaria di interesse globale, e che in data 11 marzo 2020 la stessa agenzia sanitaria dell'Onu ha dichiarato che la diffusione del virus" avrebbe potuto toccare ogni continente. Perciò per l'intero periodo di durata "dell'emergenza sanitaria nazionale derivante dalla diffusione del virus Covid-19, i porti italiani non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di "Place of safety" (luogo sicuro, ndr) in virtù di quanto previsto dalla Convenzione di Amburgo, sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, per i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell'area Sar italiana". L'articolo 2 del decreto indicano che le "disposizioni del presente decreto producono effetto dalla data della sua adozione e per la durata del periodo di emergenza sanitaria". Il provvedimento, che reca la data del 7 aprile 2020 e un numero di protocollo, arriva nel momento in cui la nave della ong Alan Kurdi, con a bordo 150 migranti, è in attesa al largo di Lampedusa dell'assegnazione di un porto di sbarco. "In considerazione della situazione di emergenza connessa alla diffusione del Coronavirus e - si legge ancora nel decreto interministeriale - dell'attuale situazione di criticità dei servizi sanitari regionali e all'impegno straordinario svolto dai medici e di tutto il personale sanitario per l'assistenza ai pazienti Covid-19 non risulta allo stato possibile assicurare sul territorio italiano la disponibilità di tali luoghi sicuri", senza compromettere "la funzionalità delle strutture nazionali sanitarie, logistiche e di sicurezza dedicate al contenimento della diffusione del contagio e di assistenza e cura ai pazienti Covid-19". La via d'uscita, per l'Italia, potrebbe passare per la nave della Croce rossa italiana. L'Unhcr ha invitato il governo italiano a garantire le richieste di asilo per i migranti che fuggono da zone di guerra.
Fonte: Avvenire
Via: RaiNews24
Fonte: Avvenire
Via: RaiNews24
Nessun commento:
Posta un commento