Cinque agenti della polizia penitenziaria, in servizio nella casa circondariale di Asti, sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di aver picchiato e sottoposto a vessazioni due detenuti: entrambi sono stati lasciati per alcuni giorni, in isolamento, completamente nudi in una cella priva di vetri alla finestra, di materasso, di lavandino e di sedie; per vitto è stato fornito loro solo pane ed acqua. Il processo comincerà il 27 ottobre ad Asti. "Dalle intercettazioni e dalla relazione di polizia giudiziaria emergono particolari inquietanti", afferma Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone, che ha chiesto di costituirsi parte civile al processo. "Nel carcere di Asti - aggiunge - vigeva una cultura diffusa di violenza da parte dei poliziotti e di indifferenza da parte di medici e direttore". "Personalmente non ci credo". Donato Capece, segretario del maggiore sindacato di polizia penitenziaria, il Sappe, prima di dire la sua sul rinvio degli agenti, chiede delucidazioni al rappresentante sindacale locale. I due detenuti che hanno denunciato di aver subito vessazioni tra il 2004 e il 2005 "avevano aggredito i nostri agenti - riferisce Capece - e per questo sono stati mandati in isolamento. Probabilmente c'è stata una colluttazione".
Via: ANSA
Fonte: Corriere della Sera
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