Nove presunti affiliati alla cosca mafiosa Scalisi, collegata al clan catanese Laudani, sono stati liberati per decorrenza dei termini. Gravati da una condanna in primo grado il 21 giugno 2010 per mafia, estorsioni e detenzione di armi, dopo un anno e quattro mesi il Gup
Edoardo Gari non ha depositato le motivazioni. Cosi', scaduti i termini di custodia cautelare, i nove sono tornati in liberta', sebbene vigilata. Il ministro della Giustizia, Nitto Francesco Palma, ha dato disposizioni all'Ispettorato generale di svolgere "accertamenti preliminari per il tramite del presidente della Corte d'Appello di Catania". L'iniziativa - spiega il dicastero di via Arenula - e' "necessaria per verificare i motivi che hanno portato alla scarcerazione di 9 imputati condannati per reati di mafia a causa del mancato deposito delle motivazioni della sentenza". Una lettera aperta è stata scritta nei giorni scorsi dai rappresentanti delle associazioni antiracket e antiusura etnee, per manifestare il proprio sconcerto dopo la scarcerazione dei presunti esponenti di famiglie mafiose operante nel territorio di Adrano. Il territorio di Adrano era tristemente famoso per essere considerato in tempi lontani, insieme a Paternò e Biancavilla, il "triangolo della morte".
Edoardo Gari non ha depositato le motivazioni. Cosi', scaduti i termini di custodia cautelare, i nove sono tornati in liberta', sebbene vigilata. Il ministro della Giustizia, Nitto Francesco Palma, ha dato disposizioni all'Ispettorato generale di svolgere "accertamenti preliminari per il tramite del presidente della Corte d'Appello di Catania". L'iniziativa - spiega il dicastero di via Arenula - e' "necessaria per verificare i motivi che hanno portato alla scarcerazione di 9 imputati condannati per reati di mafia a causa del mancato deposito delle motivazioni della sentenza". Una lettera aperta è stata scritta nei giorni scorsi dai rappresentanti delle associazioni antiracket e antiusura etnee, per manifestare il proprio sconcerto dopo la scarcerazione dei presunti esponenti di famiglie mafiose operante nel territorio di Adrano. Il territorio di Adrano era tristemente famoso per essere considerato in tempi lontani, insieme a Paternò e Biancavilla, il "triangolo della morte".
Fonti: Agi | Gazzetta del Sud
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