Non aveva abbandonato il suo territorio, benchè latitante, per continuare a gestire gli affari della cosca: si nascondeva in un bunker nel sottotetto di casa, a Marina di Gioiosa Jonica, il boss della 'ndrangheta Rocco Aquino, 52 anni, detto "il colonnello", ritenuto capo
indiscusso della cosca omonima. A trovarlo e arrestarlo sono stati i carabinieri del Ros, del comando provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrone eliportato cacciatori di Calabria. L'accesso al nascondiglio di Aquino era perfettamente camuffato e possibile attraverso una botola attivabile tramite sofisticati congegni elettromeccanici. Aquino era nell'elenco dei 100 latitanti di massima pericolosità: il 13 luglio 2010 sfuggì alla cattura nell'ambito dell'operazione Crimine condotta dalle Dda di Reggio Calabria e Milano contro cosche operanti in Calabria e Lombardia con l'arresto di oltre 300 persone. Per lui, il procuratore aggiunto della Dda reggina, nel processo in abbreviato a 120 persone, ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. "Una cattura difficile, perchè lui era latitante nel suo territorio, dove aveva una copertura totale, e dove viveva in un complesso edilizio molto ampio, aveva a disposizione più appartamenti". Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, racconta l'operazione che ha portato in manette Rocco Aquino.
indiscusso della cosca omonima. A trovarlo e arrestarlo sono stati i carabinieri del Ros, del comando provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrone eliportato cacciatori di Calabria. L'accesso al nascondiglio di Aquino era perfettamente camuffato e possibile attraverso una botola attivabile tramite sofisticati congegni elettromeccanici. Aquino era nell'elenco dei 100 latitanti di massima pericolosità: il 13 luglio 2010 sfuggì alla cattura nell'ambito dell'operazione Crimine condotta dalle Dda di Reggio Calabria e Milano contro cosche operanti in Calabria e Lombardia con l'arresto di oltre 300 persone. Per lui, il procuratore aggiunto della Dda reggina, nel processo in abbreviato a 120 persone, ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. "Una cattura difficile, perchè lui era latitante nel suo territorio, dove aveva una copertura totale, e dove viveva in un complesso edilizio molto ampio, aveva a disposizione più appartamenti". Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, racconta l'operazione che ha portato in manette Rocco Aquino.
Via: TMNews
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