Strage via D'Amelio, spunta video censurato falso pentito Scarantino

Uno scoop avrebbe potuto fermare il gigantesco depistaggio attorno all'eccidio di via d'Amelio. Il 26 luglio 1995, tre anni dopo la morte di Paolo Borsellino, Vincenzo Scarantino telefonò alla redazione di Studio Aperto e denunciò di essere un falso pentito, di essersi inventato tutto sulla strage Borsellino dopo le torture subite. Ma poche ore dopo la messa in onda di quello scoop, durante il telegiornale di Italia Uno, la polizia sequestrò tutte le cassette in cui era contenuta l'intervista. E lo scoop scomparve. Come si legge su Repubblica, negli archivi dei pm di Caltanissetta non si trova neanche il fascicolo originale del sequestro di quella video-cassetta. Adesso, il documento è stato ritrovato casualmente negli archivi di Studio Aperto. In una seconda parte dell'intervista il falso pentito parla delle torture subite in carcere: "A me a Pianosa mi fanno urinare sangue. A me facevano delle punture di penicillina, mi stavano facendo morire a Pianosa...". Nell'autunno del 2011, la procura di Caltanissetta ha aperto un'inchiesta sul depistaggio che avrebbe portato alla condanna di "innocenti" nel processo per l'uccisione del giudice Borsellino e della sua scorta. L'inchiesta è nata da una serie di dichiarazioni di collaboratori di giustizia e dalla clamorosa ritrattazione di Scarantino. La procura indaga su tre "funzionari dello Stato" accusati di calunnia, perché avrebbero suggerito a Scarantino la testimonianza.


Via: La Repubblica
Foto dal video

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