Beni per 120 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Roma e Reggio Calabria ad un 43enne noto imprenditore romano, Federico Marcaccini, grazie ad un provvedimento divenuto definitivo a seguito della pronuncia delle Cassazione. La Suprema
Corte ha dichiarato l'inammissibilità dei ricorsi proposti dall'imprenditore e immobiliarista, condannandolo, tra l'altro, al pagamento delle spese processuali. Marcaccini era stato sottoposto, nell'ambito dell'operazione "Overloading", ad un provvedimento restrittivo di fermo emesso il 29 novembre 2010 dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, unitamente ad altre 76 persone, tutte ritenute associate una vasta e ramificata consorteria criminale di San Luca (RC) dedita al traffico internazionale di ingenti quantità di cocaina tra la Colombia e l'Italia. Marcaccini, detto "er pupone", grazie ai suoi contatti con esponenti della potente cosca Pelle del comune calabro, fungeva da importante finanziatore delle attività illecite realizzate dall'organizzazione criminale. Il provvedimento di confisca che trae origine da una proposta di misura di prevenzione patrimoniale a firma del Direttore della Dia, colpisce: il patrimonio aziendale di 33 società di capitali, di cui ventisette con sede a Roma, quattro in provincia di Roma e due a Latina, operanti nei settori immobiliare, edilizio, ricerca e sviluppo nei comparti ambientale e tecnologico, commercio di autovetture e gestione servizi aeroportuali; beni mobili e immobili di pregio per 120 milioni di euro circa riconducibili alle società.
Corte ha dichiarato l'inammissibilità dei ricorsi proposti dall'imprenditore e immobiliarista, condannandolo, tra l'altro, al pagamento delle spese processuali. Marcaccini era stato sottoposto, nell'ambito dell'operazione "Overloading", ad un provvedimento restrittivo di fermo emesso il 29 novembre 2010 dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, unitamente ad altre 76 persone, tutte ritenute associate una vasta e ramificata consorteria criminale di San Luca (RC) dedita al traffico internazionale di ingenti quantità di cocaina tra la Colombia e l'Italia. Marcaccini, detto "er pupone", grazie ai suoi contatti con esponenti della potente cosca Pelle del comune calabro, fungeva da importante finanziatore delle attività illecite realizzate dall'organizzazione criminale. Il provvedimento di confisca che trae origine da una proposta di misura di prevenzione patrimoniale a firma del Direttore della Dia, colpisce: il patrimonio aziendale di 33 società di capitali, di cui ventisette con sede a Roma, quattro in provincia di Roma e due a Latina, operanti nei settori immobiliare, edilizio, ricerca e sviluppo nei comparti ambientale e tecnologico, commercio di autovetture e gestione servizi aeroportuali; beni mobili e immobili di pregio per 120 milioni di euro circa riconducibili alle società.
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