"I boss mafiosi sappiano che se provano ulteriormente a fare uscire delle informazioni siamo pronti ad indurire ancora, sempre di più, la legislazione sul carcere duro". È quanto ha annunciato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, rispondendo ai giornalisti a margine della sua audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia riunita nella Prefettura di Milano. "Le organizzazioni criminali rimangono uno dei principali fattori di sottosviluppo del Mezzogiorno, la più grave minaccia alla libertà economica delle diverse aree produttive del Paese. Il vero nodo è decapitare i vertici". Perché, ha spiegato, anche dalla latitanza e dal carcere, i capi "riescono a dare ordini precisi all'esterno". "Ai quattro magistrati attualmente sotto protezione - spiega poi - assicuriamo che nessun dettaglio sarà trascurato e che il livello di protezione sarà mantenuto altissimo". E a chi gli chiede, a margine, delle minacce al pm Nino Di Matteo da parte di Totò Riina, risponde: "Siamo dalla sua parte e dalla parte di tutti i magistrati che sono impegnati in trincea e in prima linea". "Lo Stato è dalla loro parte e metterà tutti i mezzi di cui dispone la tecnologia e di cui dispone l'intero Paese per mettere al sicuro la loro vita" aggiunge il vicepremier, sottolineando che "ogni attacco alla loro sicurezza è un attacco alla sicurezza dello Stato contro cui lo Stato reagirà con ogni mezzo che ha a disposizione".
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