Non c'è pace per l'Imu, la tassa sulle abitazioni che il governo ha abolito per le prime case ma che dovrà comunque essere pagata in relazione ad altre tipologie di immobili. Dopo la rivolta dei Comuni, con in prima fila il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, sulle quote da assegnare agli enti locali, ora arrivano anche nuovi allarmi. I Centri di assistenza fiscale fanno infatti sapere che il calcolo degli importi per la seconda rata è particolarmente complesso e non ci sono indicazioni definitive su chi dovrebbe pagare e quanto. Dalla Cgia di Mestre, poi, arriva un calcolo preoccupante: la copertura della prima rata sarebbe fortemente a rischio e questo potrebbe provocare uno sgradito aumento di altre imposte. Sono quindi possibili aumenti delle accise sulle bollette di luce, gas e degli acconti fiscali delle imprese. Difficile incassare 1,5 miliardi di euro previsti dalla legge. La copertura della prima rata dell'Imu è a rischio e per le imprese e i cittadini è probabile un ulteriore aumento del carico fiscale se entro il 30 novembre, afferma la Cgia, l'Erario non avrà incassato 925 milioni di euro di maggiori entrate Iva versate dalle imprese, a seguito dell'impegno della P.A. di pagare - così come previsto dal D.L. n° 102/2013 - 7,2 miliardi di euro di debiti scaduti e altri, e 600 milioni di euro dalla sanatoria rivolta ai concessionari dei giochi. Il decreto che ha cancellato la prima rata dell'Imu sull'abitazione principale, spiega la Cgia, farà scattare la cosiddetta "clausola di salvaguardia".
Fonte: TMNews
Via: Adnkronos
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