Nulla è successo. La vicenda Scajola, la casa al Colosseo, non è una storia di corruzione. Il verdetto al termine di un processo che si è combattuto anche sulla conta dei tempi. Quando il giudice del tribunale di Roma pronuncia la parola assoluzione, l'ex ministro dello sviluppo economico accusato di finanziamento illecito si commuove. Parla al telefono con Silvio Berlusconi e rimarca di aver sempre detto la verità. Commenta che questo processo non doveva neppure cominciare perché era tutto prescritto. E se Scajola viene assolto perché il fatto non costituisce reato, la mannaia della prescrizione cade sulla posizione dell'imprenditore Diego Anemone. Quello della cricca degli appalti del G8 che si aggiudicava milioni in appalti pubblici per lui il proscioglimento. Lui, che secondo l'inchiesta della Procura di Roma e della Guardia di Finanza, avrebbe pagato una parte dell'abitazione di Scajola di fronte al Colosseo al momento del rogito, accollandosi anche le spese di ristrutturazione. La casa in questione è quella di Via del Fagutale, 180 metri quadri. Scajola la compra il 6 luglio 2004. Per i magistrati che avevano chiesto 3 anni, la vicenda è da considerarsi gravissima per l'entità del dolo e perché rientrava in un esteso sistema corruttivo. Con la formula case e regali in cambio di appalti, Anemone secondo gli inquirenti avrebbe infiltrato le istituzioni ai più alti livelli [...]
Fonte: Sky Tg24
Foto dal video
Servizio di Chiara Cerqueti
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