La crisi costringe gli italiani a portare in tavola cibi scaduti. Secondo un sondaggio on line della Coldiretti, il 59 per cento dei connazionali nell'ultimo anno ha consumato alimenti oltre la data di scadenza. Tra questi un otto percento addirittura scaduti da più di un mese. Certo, come precisa la stessa associazione dei coltivatori, una cosa è la data di scadenza vera e propria, altra cosa è il cibo con la dicitura "Da consumarsi preferibilmente entro": quest'ultima indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le caratteristiche organolettiche e gustative senza rischi per la salute in caso di superamento di quella data. Il dato che invece preoccupa la Coldiretti è il calo nei consumi di frutta e verdura, che ha toccato il minimo da inizio secolo: nel 2013 infatti gli italiani hanno messo nel carrello appena 320 chili di ortofrutta, oltre 100 chili in meno rispetto al 2000 mentre il 16,8 per cento degli italiani non può permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni. Ad aumentare sono solo le vendite di cibi low cost nei discount, gli unici a segnare un aumento dell'1,7 per cento nel corso del 2013. "Si tratta di una tendenza preoccupante che - sostiene la Coldiretti - conferma gli effetti negativi della crisi sulla qualità dell'alimentazione degli italiani che hanno dovuto tagliare la spesa (...) e rivolgersi a prodotti low cost che non sempre offrono le stesse garanzie qualitative".
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