E' stato di magnitudo 8,2 il violento terremoto che si è abbattuto la notte scorsa sulla costa settentrionale del Cile, provocando uno tsunami di oltre 2 metri. Cinque i morti finora accertati. Le autorità cilene avevano ordinato l'evacuazione preventiva delle zone costiere vicine all'epicentro. L'allerta-tsunami, poi rientrato, era stato esteso anche al Perù. Il sindaco di Lima, Susana Villaran, aveva ordinato lo sgombero della zona della capitale che si affaccia sul mare. E' stato il Servizio Idrografico e Oceanografico della Marina Militare cilena a rendere noto che 45 minuti dopo la scossa, intorno alle 2 di notte in Italia, onde anomale si sono abbattute sulla località di Pisagua, a circa 1.800 chilometri da Santiago. Nella città di Arica sono andate distrutte alcune case costruite in mattoni cotti al sole. La presidente Michelle Bachelet vi si recherà in giornata. Molti gli edifici danneggiati. La gente ha cercato riparo in zone aperte. Circa 300 detenute sono evase dal carcere femminile di Iquique nella confusione seguita alla forte scossa. Nel 2010 un sisma di 8,8 gradi Richter scatenò uno tsunami che causò più di cinquecento morti e gravissimi danni in diverse città costiere del Cile centrale. Nelle ultime due settimane nel nord del Paese si erano registrate centinaia di scosse. La prima, il 16 marzo scorso, aveva costretto oltre diecimila persone ad abbandonare temporaneamente le loro case.
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