Dopo quattro ore di camera di consiglio le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione emettono il verdetto: "Colpevoli, ma le pene vanno rideterminate". Si chiude quindi così, non completamente il processo Thyssenkrupp che vede confermate e ormai in via definitiva le condanne per i sei imputati, i dirigenti dell'acciaieria tedesca tra cui l'amministratore delegato, per il rogo che nel 2006 uccise sette operai nello stabilimento torinese. Ma per conoscere l'ammontare finale delle loro condanne bisognerà attendere ancora. La Suprema Corte ha infatti trasmesso gli atti del processo nuovamente alla Corte d'Assise d'Appello di Torino che dovrà rideterminare appunto le pene. Forse al ribasso, è quello che temono i parenti delle vittime che già in secondo grado avevano visto ridimensionare il reato ascritto agli imputati da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo. E dicono: li hanno ammazzati di nuovo. "Sono stati condannati all'ergastolo che sono già al cimitero, hanno l'ergastolo i ragazzi, loro sono liberi. Dobbiamo rifare l'appello". "E noi adesso di nuovo dobbiamo aspettare che ci sia di nuovo l'appello e dobbiamo sperare che siano aumentati gli anni di galera e chissà magari glieli abbassano pure". Il procuratore generale Destro aveva d'altronde egli stesso chiesto nella sua requisitoria che la corte respingesse il ricorso della Procura di Torino [...]
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