Da 21 mesi non percepisce lo stipendio, né assegni di sussidio, così, per far fronte alle spese di prima necessità per sé e la sua famiglia, decide di mettere in vendita un rene. Succede a Palermo, dove Mimmo Di Fede, 59enne dipendente dello Ial Sicilia, un ente della Formazione a cui la
Regione Siciliana ha revocato l'accreditamento per irregolarità, ha pubblicato il suo annuncio shock su internet. "Non si può andare avanti in questo modo, io devo dare da vivere alla mia famiglia, abbiamo debiti, casa da pagare ecc. Io vivo di assistenza di amici e dalla Caritas, che mi aiutano ad andare avanti. Ma non è più possibile continuare in questo modo". L'uomo, sposato e padre di due figli, come ha spiegato più volte, preferirebbe vendere un rene, in attesa di una risposta da parte della politica, piuttosto che finire nel vortice degli usurai". "Mi vedo costretto - scrive - a mettere in vendita un rene per poter continuare a vivere e dare sostegno alla mia famiglia, ho una dignità ed elemosinare mi fa stare male, preferisco fare questa scelta e non finire in un vortice di usurai e malavitosi. Chi volesse, può contattarmi su Facebook. Non sto scherzando". "Sono una persona seria, corretta ed un lavoratore sono un dipendente dello Ial Sicilia, il lavoro mi è stato 'scippato' con delle motivazioni che hanno dell'assurdo e senza giustificazioni serie", dice Mimmo Di Fede, 59 anni, sposato e padre di due figli.
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