Un assistente capo della polizia penitenziaria del carcere catanese di Bicocca, M. M. è stato sottoposto dai carabinieri agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione continuata e detenzione a fine di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana e cocaina,
commessi tra il 2009 e il 2013. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, sono state avviate a seguito dell'arresto, nel novembre 2012, dell'assistente capo della Polizia Penitenziaria A. R., in servizio presso il carcere di Catania Piazza Lanza, perchè trovato in possesso di un pacco contenente cocaina, marijuana, "pizzini", profumi ed altri oggetti che doveva consegnare ai detenuti dietro il corrispettivo di denaro. A. R. per questo è stato condannato, con sentenza non ancora definitiva, per detenzione di droga e corruzione. Nella stessa inchiesta sono coinvolti anche altri 4 agenti di custodia ma per loro il Gip, pur riconoscendo la sussistenza di un grave quadro indiziario a carico di tutti gli indagati, non ha disposto alcun provvedimento restrittivo anche perché hanno interrotto il rapporto lavorativo per intervenuto pensionamento, congedo o per sospensione dal servizio attivo. Le indagini hanno fatto emergere, in particolare, che G. G. C., già comandante della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Bicocca, fosse un soggetto stabilmente a disposizione dei componenti del clan mafioso Laudani da cui veniva mensilmente retribuito con somme di denaro. Nei confronti dello stesso è stata ravvisata la sussistenza, oltre che del delitto di corruzione aggravata, anche di quello di concorso esterno in associazione mafiosa. Nell'ambito della stessa indagine sono stati anche denunciati, a titolo di concorso nel reato di corruzione, numerosi detenuti che hanno usufruito delle illecite prestazioni dei pubblici ufficiali corrotti.
commessi tra il 2009 e il 2013. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, sono state avviate a seguito dell'arresto, nel novembre 2012, dell'assistente capo della Polizia Penitenziaria A. R., in servizio presso il carcere di Catania Piazza Lanza, perchè trovato in possesso di un pacco contenente cocaina, marijuana, "pizzini", profumi ed altri oggetti che doveva consegnare ai detenuti dietro il corrispettivo di denaro. A. R. per questo è stato condannato, con sentenza non ancora definitiva, per detenzione di droga e corruzione. Nella stessa inchiesta sono coinvolti anche altri 4 agenti di custodia ma per loro il Gip, pur riconoscendo la sussistenza di un grave quadro indiziario a carico di tutti gli indagati, non ha disposto alcun provvedimento restrittivo anche perché hanno interrotto il rapporto lavorativo per intervenuto pensionamento, congedo o per sospensione dal servizio attivo. Le indagini hanno fatto emergere, in particolare, che G. G. C., già comandante della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Bicocca, fosse un soggetto stabilmente a disposizione dei componenti del clan mafioso Laudani da cui veniva mensilmente retribuito con somme di denaro. Nei confronti dello stesso è stata ravvisata la sussistenza, oltre che del delitto di corruzione aggravata, anche di quello di concorso esterno in associazione mafiosa. Nell'ambito della stessa indagine sono stati anche denunciati, a titolo di concorso nel reato di corruzione, numerosi detenuti che hanno usufruito delle illecite prestazioni dei pubblici ufficiali corrotti.
Via: ASCA
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