Cinque mesi difficili in cui però la violenza, gli abusi sia fisici che psicologici hanno avuto un ruolo non determinante. E' il racconto che in oltre quattro ore Greta Ramelli e Vanessa Marzullo hanno fatto ai pm della Procura di Roma. Le due cooperanti ventenni liberate dopo oltre 5 mesi
di sequestro, sono state tenute in varie prigioni nella zona nord della Siria che è sotto l'influenza del gruppo di ribelli Al Nusra, di fatto il ramo siriano di Al Qaeda. I carcerieri erano sempre a volto coperto, per questa ragione le due giovani hanno potuto fornire ben pochi elementi per la loro identificazione. Alle ragazze è stato anche chiesto se avessero notizie su padre Paolo Dall'Oglio, sequestrato nel luglio del 2013 sempre in Siria. Le cooperanti però hanno spiegato di non avere alcuna informazione sulla sorte del religioso, come pure sul fronte del presunto riscatto. "Non abbiamo elementi sul pagamento di denaro per tornare in libertà", hanno riferito le due ragazze. "Dopo essere state catturate abbiamo chiesto perché lo fate? E loro ci hanno risposto: per soldi". Resta invece un mistero il foglietto che appare nel filmato con la scritta "17-12-14 wednesday". Per chi indaga la "carcerazione" delle due ventenni è stata portata avanti in un clima sostanzialmente accettabile rispetto ad altri sequestri di cittadini italiani in scenari di guerra come ad esempio in Libia.
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