nei furti e ricettazione di veicoli oltre che nelle estorsioni nella cosiddetta forma del "cavallo di ritorno". Le indagini che hanno preso spunto da veri e propri "rinvenimenti miracolosi" di auto rubate da parte delle vittime, ben 1200 nell'anno 2013 nel solo territorio di Gravina di Catania, hanno dimostrato come la banda richiedesse per la restituzione delle auto rubate, in base al modello, dalle 150 alle 1200 euro, raggiungendo un business stimato in 500mila euro l'anno. Ulteriori 26 persone risultano indagate in stato di libertà tra queste figurano alcuni soggetti legati ad organizzazioni mafiose catanesi ed anche 9 vittime che hanno negato di aver subito l'estorsione e che pertanto dovranno rispondere nell'ambito del blitz denominato "Febbre da cavallo" all 'A.G. del reato di favoreggiamento personale. Il gruppo operava nel quartiere popolare di Catania Balatelle, zona San Giovanni Galermo, una vera roccaforte, circondata e protetta da palazzi, accessibili da un solo ingresso principale. Le vittime andavano alla ricerca del "contatto giusto" proprio sotto i portici delle palazzine, o in prossimità di un panificio.
L'ordine pubblico è inteso come garanzia di pace e tranquillità. In tal senso assume un valore di sicurezza collettiva.
Catania: rubavano auto e pretendevano riscatto, 19 arrestati - video
nei furti e ricettazione di veicoli oltre che nelle estorsioni nella cosiddetta forma del "cavallo di ritorno". Le indagini che hanno preso spunto da veri e propri "rinvenimenti miracolosi" di auto rubate da parte delle vittime, ben 1200 nell'anno 2013 nel solo territorio di Gravina di Catania, hanno dimostrato come la banda richiedesse per la restituzione delle auto rubate, in base al modello, dalle 150 alle 1200 euro, raggiungendo un business stimato in 500mila euro l'anno. Ulteriori 26 persone risultano indagate in stato di libertà tra queste figurano alcuni soggetti legati ad organizzazioni mafiose catanesi ed anche 9 vittime che hanno negato di aver subito l'estorsione e che pertanto dovranno rispondere nell'ambito del blitz denominato "Febbre da cavallo" all 'A.G. del reato di favoreggiamento personale. Il gruppo operava nel quartiere popolare di Catania Balatelle, zona San Giovanni Galermo, una vera roccaforte, circondata e protetta da palazzi, accessibili da un solo ingresso principale. Le vittime andavano alla ricerca del "contatto giusto" proprio sotto i portici delle palazzine, o in prossimità di un panificio.
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