Un forte terremoto, di magnitudo 7.8, ha nella serata di sabato la zona costiera dell'Ecuador. Secondo il servizio geologico degli Stati Uniti, il sisma ha avuto il suo epicentro a 20 chilometri di profondità, circa 170 chilometri a nord-ovest della capitale Quito e a 28
chilometri dalla città di Muisne. Almeno 235 persone sono morte e oltre 2.500 sono rimaste ferite. Lo ha annunciato sul suo account di Twitter il presidente Rafael Correa. Il primo terremoto è stato registrato alle 18,58 ora locale (le 2,58 di notte in Italia), seguito da 55 scosse di assestamento anche molto forti. In un primo momento l'energia del sisma e la sua vicinanza alla costa avevano fatto temere uno tsunami. Molte persone sono intrappolate sotto le macerie a Pedernales, città di 40mila abitanti vicina all'epicentro. Squadre di soccorritori sono partite da Colombia e Messico per collaborare alle ricerche dei superstiti insieme a 10.000 militari e 1.200 volontari, ma le piogge degli ultimi giorni hanno reso inagibili molte strade. A Guayaquil, la più grande città del Paese, a 300 km di distanza dall'epicentro, è crollato un ponte. Stato d'emergenza in sei provincie. Il terremoto, il peggiore nel paese dal dicembre 1979, segue quelli avvenuti negli ultimi giorni in Giappone, colpito da due forti scosse. Il sisma è stato avvertito anche nel nord del Perù e nel sud della Colombia. In alcune aree ci sono problemi nelle comunicazioni e nella fornitura dell'energia elettrica. Su richiesta dell'Onu, l'Ue ha attivato il sistema di protezione civile europeo per fornire tutto l'aiuto possibile all'Ecuador. Un primo contributo di 100mila euro è stato stanziato da Caritas Italiana per le popolazioni colpite dal sisma, mentre Caritas Ecuador ha già attivato un piano di aiuti immediati.
Fonte: RaiNews24
Via: AGI
Foto: El Universo
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