La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha eseguito un decreto di confisca beni, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) - Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti dell'imprenditore 71enne Francesco Grassia. Tali beni erano già stati
sottoposti a sequestro, nel luglio 2015, in virtù del provvedimento del Tribunale sammaritano. Grassia, imprenditore edile di Aversa, nel giugno del 2000 fu arrestato e gli fu contestato il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso insieme ad elementi di spicco del clan camorristico dei Casalesi Vincenzo Zagaria, Francesco Biondino e Dario De Simone. Le indagini, anche con contributi di diversi collaboratori di giustizia, lo indicavano come elemento organico alla fazione Zagaria, che aveva il compito di fornire appoggio logistico agli affiliati, di nascondere armi, di riscuotere i proventi delle estorsioni e di reinvestirli in attività per conto del clan. L'imprenditore, insieme ad altri appartenenti al gruppo criminale, importava anche armi dall'ex Jugoslavia, tra cui fucili a pompa, bombe a mano e mitragliatori. I beni sottoposti alla confisca di prevenzione consistono in società e fabbricati, aventi sede od ubicati principalmente nella provincia di Caserta, nonché diversi beni mobili e rapporti finanziari nella disponibilità diretta e indiretta del predetto, per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.
sottoposti a sequestro, nel luglio 2015, in virtù del provvedimento del Tribunale sammaritano. Grassia, imprenditore edile di Aversa, nel giugno del 2000 fu arrestato e gli fu contestato il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso insieme ad elementi di spicco del clan camorristico dei Casalesi Vincenzo Zagaria, Francesco Biondino e Dario De Simone. Le indagini, anche con contributi di diversi collaboratori di giustizia, lo indicavano come elemento organico alla fazione Zagaria, che aveva il compito di fornire appoggio logistico agli affiliati, di nascondere armi, di riscuotere i proventi delle estorsioni e di reinvestirli in attività per conto del clan. L'imprenditore, insieme ad altri appartenenti al gruppo criminale, importava anche armi dall'ex Jugoslavia, tra cui fucili a pompa, bombe a mano e mitragliatori. I beni sottoposti alla confisca di prevenzione consistono in società e fabbricati, aventi sede od ubicati principalmente nella provincia di Caserta, nonché diversi beni mobili e rapporti finanziari nella disponibilità diretta e indiretta del predetto, per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.
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