Un violento attacco di probabile matrice xenofoba, con lancio di sassi, petardi e molotov ha colpito il campo di rifugiati sull'isola greca di Chios, dove da giovedì notte ci sono proteste contro i migranti. Circa 150 persone rifugiatisi in Grecia dalla guerra
siriana sono stati costretti a fuggire dal campo, secondo l'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr). Nell'assalto è rimasto ferito alla testa da una pietra un rifugiato. Distrutte, scrive la Bbc, una cinquantina di tende e baracche. Due operatori umanitari che uscivano dalla tendopoli sono stati aggrediti da una trentina di persone. La Polizia in assetto antisommossa ha fermato 37 rifugiati in seguito agli scontri. Il campo di Souda si trova vicino alle rovine di un antico castello nel centro dell'isola ed ospita circa 4.000 rifugiati. Alcuni degli assalitori avrebbero agito come rappresaglia dopo che tre adolescenti algerini e un iraniano avrebbero svaligiato un negozio di fuochi d'artificio e lanciato petardi nella zona circostante. Ma fonti del volontariato hanno detto ad Al Jazeera che i rifugiati avrebbero lanciato i fuochi d'artificio solo dopo che enormi pietre sarebbero state gettate dalle rovine vicine nel campo da presunti individui di estrema destra. Il mese scorso, la violenza era scoppiata anche in un campo profughi sovraffollato sulla vicina isola greca di Lesbo. Ad alzare le tensioni, anche la presenza di sostenitori del partito di estrema destra Alba dorata. Il sovraffollamento, accoppiato alle cattive condizioni di vita e ai gravi ritardi nel trattamento delle domande di asilo, ha portato a crescente incertezza. La situazione è aggravata da una serie di chiusure dei confini dei Balcani ed il controverso accordo del marzo scorso tra Unione Europea e Turchia volto a fermare il flusso di migranti in Europa.
Foto: Ruptly TV
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