delinquere, costruzione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi, tentato omicidio e danneggiamento aggravato. In particolare l'operazione, motivata dall'urgenza di prevenire il pericolo di fuga degli indagati, scaturisce dalle consistenti attività investigative subito avviate dalla Polizia di Stato tramite la Digos di Firenze ed il Servizio Centrale Antiterrorismo a seguito del gravissimo attentato compiuto in Firenze, nella notte di Capodanno. Episodio che, seppur diretto contro una sede di Casapound, ha comportato gravissime conseguenze per un Sovrintendente di Polizia, artificiere della Polizia intervenuto a disinnescare l'ordigno, che ha rischiato di rimanerne ucciso e ha subito lesioni gravissime con danni permanenti. Da allora, l'indagine è proseguita con intercettazioni, pedinamenti anche in regioni fuori Toscana e attento esame tecnico e biologico delle tracce reperite sul materiale repertato nel sopralluogo dalla Polizia Scientifica, ha consentito di acquisire un imponente apparato indiziario per l'attentato, a carico di cinque fermati, nonché di svelare l'identità ed altri gravi indizi a carico degli altri tre fermati per un precedente e pur grave attentato contro la Stazione dei Carabinieri di Rovezzano del 21 aprile dello scorso anno, commesso mediante il lancio di tre bottiglie incendiarie contro l'edificio. Tali elementi corroborati dalle attività svolte dai militari dell'Arma, sono andati ad integrare a carico dei tre attivisti importanti elementi di responsabilità.
L'ordine pubblico è inteso come garanzia di pace e tranquillità. In tal senso assume un valore di sicurezza collettiva.
Firenze, attacco contro caserma e bomba davanti a libreria: 8 fermi
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