posizione pienamente concorde di tutti i Paesi dell'Unione già espressa a Tallinn e l'intesa con la Commissione che ha seguito la redazione e la messa a punto del documento. In particolare hanno sottoscritto il documento Migrant offshore aid station (Moas) e Save the children, mentre Proactiva open arms ha fatto pervenire una comunicazione con la quale ha annunciato la volontà di sottoscrivere l'accordo. L'organizzazione Médecins sans frontiere (Msf) ha consegnato una lettera diretta al ministro Marco Minniti, con la quale, nel prendere atto dell'esemplare ruolo svolto dall'Italia, ha messo in luce che i principi umanitari di indipendenza, imparzialità e neutralità non hanno consentito la firma assieme alle altre organizzazioni. Ciò nonostante hanno ritenuto liberamente di adeguarsi alla gran parte dei principi del Codice da loro condivisi. Non hanno preso parte Sea watch, Sea eye, Sos mediterranee, mentre Jugent Rettet non ha firmato. In conclusione, è stato fatto presente che l'adesione avrebbe consentito di essere parte di un sistema istituzionale finalizzato al soccorso in mare, all'accoglienza e alla lotta al traffico degli esseri umani, senza in nessun modo interferire nei principi fondanti le singole organizzazioni. L'aver rifiutato l'accettazione e la firma pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse.
L'ordine pubblico è inteso come garanzia di pace e tranquillità. In tal senso assume un valore di sicurezza collettiva.
Roma, Codice di condotta per soccorsi in mare: solo 2 Ong firmano
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