Barcellona, fermo di Puigdemont provoca scontri in piazza: 92 feriti

Il centro di Barcellona si è trasformato questa domenica in una battaglia campale tra Mossos e gruppi di manifestanti che volevano accedere alla delegazione del governo centrale nell'Eixample. La tensione per le proteste contro l'arresto di Carles Puigdemont, l'ex
presidente della Generalitat, è aumentata nel corso del pomeriggio ed è esplosa fino a notte inoltrata. E' stato allora che si sono verificati gli incidenti più gravi intorno alla delegazione governativa, tra le vie Maiorca e Pau Claris e alcune delle strade adiacenti. Alla fine degli scontri si contano 92 feriti, tra cui 22 poliziotti, la maggior parte leggeri, e quattro arresti per "attacco all'autorità durante la concentrazione". Le proteste davanti alla delegazione governativa sono iniziate nel primo pomeriggio. Circa 55.000 persone sono scese in strada nella capitale catalana, convocate dagli organismi indipendentisti, per protestare contro l'arresto in Germania di Puigdemont e la carcerazione preventiva venerdì scorso di altri cinque leader separatisti. Gli incidenti si sono verificati sia di fronte al consolato sia in prossimità della delegazione del governo centrale. I  Mossos d'Esquadra  hanno fatto un cordone di sicurezza, a circa 60 metri dal quartier generale del governo, per impedire ai manifestanti di entrare nell'edificio. Alcuni dimostranti hanno incendiato i cassonetti, che sono stati collocati in mezzo alla strada, insieme a più arredamenti urbani. Gli agenti hanno risposto a colpi di manganello e caricato i manifestanti che cercavano di passare il cordone di sicurezza. Il fermo di Puigdemont è stato eseguito dopo che l'ex presidente catalano aveva attraversato il confine con la Danimarca e si stava dirigendo ad Amburgo, per poi rientrare in Belgio, dove è in esilio dallo scorso ottobre.

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