La Polizia slovacca ha arrestato 7 soggetti italiani in relazione all'omicidio del giornalista Ján Kuciak, 27 anni, ucciso mentre era in casa sua assieme alla fidanzata, la coetanea Martina Kusnirova tra giovedì e domenica sera. Tre dei fermati sono al centro dell'inchiesta cui il
reporter stava lavorando: si tratta dei fratelli Bruno, Antonio e Sebastiano Vadalà, 40, 42 e 45 anni. Kuciak li aveva accusati di avere rapporti con la 'ndrangheta e di gestire milioni di euro di fondi comunitari. Fermati anche Diego e Antonio Rodà, 62 e 58 anni, Pietro Catroppa, 54 anni, e un suo omonimo Pietro Catroppa di 26 anni. I nuovi fermi si aggiungono ai tre portati a termine nella giornata di mercoledì: si tratta di spacciatori che, in un'intercettazione, parlano di "prendere le armi per andare a Velká Maca", il paese nel distretto di Galanta dove abitava il giornalista, circa 65 km a est della capitale Bratislava. Si è trattato di una vera e propria esecuzione. La polizia è stata avvisata il 25 febbraio scorso, intorno alle 21.35, dalla madre di Kusnirova dopo che diverse chiamate alla coppia sono rimaste senza risposta. Gli agenti sono giunti in casa di Kuciak e hanno trovato lui e la fidanzata morti. I poliziotti insieme ai soccorritori e ai Vigili del fuoco hanno scoperto visivamente che il corpo giaceva sul pavimento. L'uomo è stato assassinato probabilmente con un colpo di pistola al petto, mentre la sua compagna alla testa, ma sarà l'autopsia a dare qualche risposta in più. La polizia ha scoperto che l'ultimo contatto con Martina era stato il 22 febbraio. Per quanto riguarda il motivo del duplice omicidio, la polizia sostiene che la morte del giornalista è legata alla sua attività investigativa. Dopo l'omicidio del reporter, il ministro della Cultura slovacco Marek Madaric ha dato le sue dimissioni. Passo indietro anche per Maria Troskova, ex fotomodella e oggi assistente del premier Robert Fico, e del segretario del consiglio di sicurezza Vilian Jasan. Nel reportage incompiuto di Kuciaki due sono indicati come persone vicine a un imprenditore italiano che sarebbe legato alle 'ndrine. Nel giorno dei funerali, sono stati rilasciati tutti e sette gli italiani arrestati.
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