La Procura della Repubblica di Roma formalizzerà l'iscrizione nel registro degli indagati di sette soggetti, tra poliziotti egiziani e agenti dei servizi segreti, nell'ambito dell'indagine sulla scomparsa, sulla tortura e sull'omicidio di Giulio Regeni, il
ricercatore italiano trovato morto il 4 febbraio del 2016 in Egitto. Nei loro confronti viene contestato il reato di sequestro di persona. Le analisi sui tabulati telefonici da cui risulta che il giovane era pedinato e controllato almeno fino al 25 gennaio di due ani fa, giorno della sua scomparsa, hanno imposto questo passo formale e sostanziale. Si tratta nello specifico di 007 della National Security del presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi. I risultati dell'attività di indagine svolta da Ros e Sco sono noti alle autorità egiziane da almeno un anno in quanto presenti nella informativa messa a disposizione nel dicembre dello scorso anno dalla magistratura romana. L'accelerazione nell'inchiesta è arrivata dopo il decimo incontro al Cairo tra la delegazione italiana con i magistrati egiziani. Le prime iscrizioni verranno effettuate all'inizio della prossima settimana da parte dei pm di Roma. Questa decisione dei magistrati se non vedrà la collaborazione del Cairo potrebbe portare ad una richiesta di archiviazione. Il 3 febbraio del 2016 il cadavere martoriato del 28enne friulano fu ritrovato sul ciglio di una strada tra Il Cairo e Alessandria. Pochi giorni prima, il 25 gennaio, intorno alle 19, Giulio era sparito nel nulla. Dopo esser sceso di casa per salire su un treno della metro a El Behoos. Ma non arriverà mai a destinazione a Dokki, dove un amico lo stava aspettando. L'indagine sul traffico telefonico dimostra che quel giorno, a quell'ora, alcuni agenti della National Security si trovavano in quella zona.
Via: AskaNews
Nessun commento:
Posta un commento