Roma, 13 apr. (Corriere della Sera) - Il Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma, nell'ambito dell'azione di contrasto all'evasione fiscale, ha scoperto una frode per 20 milioni di euro operata da una società laziale attiva nel settore della commercializzazione all'ingrosso di carne fresca e surgelata.
Nel corso dell'operazione sono stati svelati gli accorgimenti utilizzati per evitare e sviare i controlli dei Finanzieri. In particolare, il prezzo assolutamente competitivo della carne era il frutto dell'interposizione a monte di una società cartiera formalmente gestita da compiacenti prestanomi e soggetti inesistenti. La pianificazione di queste operazioni era stata curata nel dettaglio, cercando di far perdere ogni traccia documentale della società interposta che, tra l'altro, era un soggetto evasore totale, non assolvendo agli obblighi dichiarativi e di versamento delle imposte. Al termine delle articolate indagini, durate circa un anno, è stato appurato il mancato versamento dell'imposta sul valore aggiunto per circa 2 milioni di euro ed il recupero a tassazione ai fini delle imposte dirette per circa 20 milioni di euro. Sono state contestate, inoltre, 2 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti e un responsabile è stato denunciato di Velletri per reati tributari. Infine, l'operazione ha condotto le Fiamme Gialle ad eseguire un sequestro di beni immobili finalizzato alla confisca, emesso dal Gip del Tribunale di Velletri ai danni dell'amministratore responsabile della frode. Il provvedimento, dettato dall'esigenza di favorire il concreto recupero delle somme dovute a seguito dell'azione di accertamento tributario, ha riguardato due appartamenti ubicati in una zona centrale della Capitale.
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