Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è arrivato alle 11 alla festa della Polizia penitenziaria, che questo anno celebra a Roma 193esimo anno dalla fondazione. Il capo dello Stato è stato accolto dal
ministro della giustizia Angelino Alfano e dal capo della Dap, Franco Ionta. Ad attenderlo sul palco delle autorità il presidente del Senato, Renato Schifani e quello della Corte costituzionale Francesco Amirante, il capo della polizia Antonio Manganelli, il comandante generale dei carabinieri e numerose altre personalità politiche e militari. "Il carcere non è più e non deve assolutamente tornare ad essere un'accademia del crimine". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, intervenendo in occasione della Festa della Polizia Penitenziaria, di cui oggi si celebra il 193/o anno dalla fondazione. Il Guardasigilli sottolinea come sia compito della Polizia penitenziaria il trattamento del detenuto, ma allo stesso tempo "é di fondamentale importanza che all'interno del carcere non sia consentito a nessuno di affermare, con intollerabili privilegi o sopraffazioni, il proprio rango criminale. E' ben noto tuttavia che tale controllo diventa ancora più delicato e rischioso allorquando i detenuti facciano parte di consorterie criminali di tipo mafioso, le quali per loro stessa natura tendono a mantenere forme di visibilità e potere anche all'interno degli istituti penitenziari".
ministro della giustizia Angelino Alfano e dal capo della Dap, Franco Ionta. Ad attenderlo sul palco delle autorità il presidente del Senato, Renato Schifani e quello della Corte costituzionale Francesco Amirante, il capo della polizia Antonio Manganelli, il comandante generale dei carabinieri e numerose altre personalità politiche e militari. "Il carcere non è più e non deve assolutamente tornare ad essere un'accademia del crimine". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, intervenendo in occasione della Festa della Polizia Penitenziaria, di cui oggi si celebra il 193/o anno dalla fondazione. Il Guardasigilli sottolinea come sia compito della Polizia penitenziaria il trattamento del detenuto, ma allo stesso tempo "é di fondamentale importanza che all'interno del carcere non sia consentito a nessuno di affermare, con intollerabili privilegi o sopraffazioni, il proprio rango criminale. E' ben noto tuttavia che tale controllo diventa ancora più delicato e rischioso allorquando i detenuti facciano parte di consorterie criminali di tipo mafioso, le quali per loro stessa natura tendono a mantenere forme di visibilità e potere anche all'interno degli istituti penitenziari".
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