Un'altra notte di eruzione sull'Etna, con lo spettacolo della lava che ha letteralmente incendiato la vetta innevata del vulcano più alto d'Europa. A cinque giorni dall'ultimo fenomeno eruttivo, le fontane di lava sono tornate ad alzarsi, altissime, dal nuovo
cratere di Sud Est, accompagnate dai forti boati di prammatica. Benché chiaramente visibile anche da lontano, l'eruzione dell'Etna non ha creato disagi all'aeroporto di Fontanarossa e pare che, almeno per questa volta, il vulcano abbia risparmiato dalla pioggia di cenere i paesi circostanti. Intanto, la giunta regionale in data odierna, su proposta del direttore generale della Protezione Civile, ha approvato la dichiarazione di stato di calamità per i Comuni dell'Etna colpiti dalla caduta di cenere vulcanica durante le eruzioni di questi giorni. Sono Adrano, Biancavilla, Castiglione di Sicilia, Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Mascali, Milo, Sant'Alfio, tutti in provincia di Catania. Ricandono invece nella provincia di Messina: Castelmola, Giardini Naxos, Letojanni e Taormina. La dichiarazione è connessa ai rischi per la salute umana e al pericolo per la circolazione stradale rappresentati dalla cenere, all'intasamento tombini e caditoie, alle difficoltà sopportate dalle attività produttive e dagli insediamenti industriali, agricoli e turistici, e alla necessità di ripulire strade e tetti dal pulviscolo lavico.
cratere di Sud Est, accompagnate dai forti boati di prammatica. Benché chiaramente visibile anche da lontano, l'eruzione dell'Etna non ha creato disagi all'aeroporto di Fontanarossa e pare che, almeno per questa volta, il vulcano abbia risparmiato dalla pioggia di cenere i paesi circostanti. Intanto, la giunta regionale in data odierna, su proposta del direttore generale della Protezione Civile, ha approvato la dichiarazione di stato di calamità per i Comuni dell'Etna colpiti dalla caduta di cenere vulcanica durante le eruzioni di questi giorni. Sono Adrano, Biancavilla, Castiglione di Sicilia, Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Mascali, Milo, Sant'Alfio, tutti in provincia di Catania. Ricandono invece nella provincia di Messina: Castelmola, Giardini Naxos, Letojanni e Taormina. La dichiarazione è connessa ai rischi per la salute umana e al pericolo per la circolazione stradale rappresentati dalla cenere, all'intasamento tombini e caditoie, alle difficoltà sopportate dalle attività produttive e dagli insediamenti industriali, agricoli e turistici, e alla necessità di ripulire strade e tetti dal pulviscolo lavico.
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