E' ritenuto responsabile di aver frodato il fisco ed evaso oltre 10 milioni di euro attraverso un giro di fatture false: la Procura di Milano ha concluso le indagini sul conto di Renato Mannheimer, del suo commercialista Francesco Merlo e altre nove persone. I reati
contestati al presidente dell'Ispo sono l'associazione per delinquere finalizzata all'emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. I fatti contestati, secondo l'accusa, risalirebbero al periodo 2005-2010: gli indagati avrebbero organizzato un giro di fatture false di circa 30 milioni di euro. Il pm di Milano ha depositato gli atti e si accinge ha presentare al gip l'eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Interrogato a dicembre, Mannheimer aveva manifestato "vivo dispiacere e sincero pentimento per essersi lasciato coinvolgere in atti di particolare gravità". E si era detto "intenzionato a fare in modo che sia restituito al fisco tutto quanto dovuto". Mannheimer aveva sottolineato anche "come, già da alcuni anni", sia lui personalmente che le sue società "siano totalmente rispettose della normativa fiscale". L'inchiesta, il 17 aprile dello scorso anno, aveva portato gli uomini del Nucleo di Polizia Valutaria di Milano della Guardia di Finanza a eseguire una serie di perquisizioni, anche nella sede dell'Ispo. La vicenda è emersa da un'altra indagine antiriciclaggio che aveva riguardato il commercialista Merlo. Dall'attività investigativa della Gdf, in collaborazione con l'agenzia delle Entrate, è emerso che il consulente, fiduciario di Mannehimer, aveva ideato un giro di false fatturazioni con movimenti su conti correnti in banche di Lussemburgo, Svizzera e Antigua. L'obiettivo, secondo l'accusa, era di frodare il fisco, consentendo al sondaggista di evadere le imposte dovute, in particolare Ires e Iva, e di far rientrare i soldi dall'estero in Italia.
Fonte: AGI
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