Gonfiavano le buste paga per aggiustare i loro stipendi. Una bufera giudiziaria si è abbattuta sul Coime, l'azienda di servizi partecipata del Comune di Palermo, dove undici dipendenti sono stati arrestati dai carabinieri con l'accusa di aver intascato somme di denaro non dovute attraverso la modifica o l'alterazione delle buste paga. Per loro, a vario titolo, sono scattate le accuse di associazione a delinquere finalizzata al peculato, falso e accesso abusivo a sistema informatico. Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci. "I sistemi informatici sono vulnerabili e presentano delle falle che persone disinvolte e di pochi scrupoli possono utlizzare", ha detto il magistrato. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Palermo su richiesta della Procura. Le indagini, scattate nel 2011, hanno accertato l'esistenza di un complesso meccanismo per portare a compimento la frode. "Il trucco era quello di far percepire piccole somme in modo da non destare sospetti - ha concluso Agueci -, perché quando si opera all'interno dei sistemi informatici l'intervento di ampie dimensioni balza subito all'occhio e viene immediatamente percepito dagli strumenti di controllo. I sistemi informatici utilizzati dentro la Pubblica amministrazione presentano falle che operatori accorti sono in grado di utilizzare". L'elenco dei fermati durante l'operazione "Bancomat".
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