Venezia, operazione contro pedopornografia web: arresti e sequestri

Con l'operazione "Stop Fake" della Polizia postale e delle comunicazioni di Venezia è terminata la caccia a decine di pedofili, sparsi in vari paesi del mondo, iniziata nel 2013. Gli specialisti della postale, con il coordinamento del Cncpo di Roma, hanno chiuso il cerchio su una rete di
pedofili, sequestrando un numero notevole di materiale riconducibile ad abusi su minori. In Italia - spiega una nota - sono state eseguite 26 perquisizioni, con la collaborazione di dieci compartimenti della Polizia postale e delle comunicazioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana ) che hanno visto centinaia e centinaia di Gigabyte passati al setaccio dagli investigatori informatici. Tutto ciò è sfociato nel sequestro di migliaia di immagini e video di natura pedopornografica, oltre ad una richiesta di arresto. Le indagini sono iniziate dopo una perquisizione relativa ad un'altra operazione di contrasto alla pedopornografia, condotta nel 2013. Nel corso dell'analisi delle caselle di posta elettronica di un pedofilo, sono emersi decine di contatti con utenti della rete recanti nickname riconducibili a bambini e bambine. L'uomo frequentava diversi social network (quali Facebook, Netlog, MSN Spaces, Badoo ed altri), dove si spacciava per una bambina alla ricerca di foto di altri bambini. E nel corso della ricerca si era imbattuto in decine e decine di "fake" che si fingevano loro stessi dei bambini. Nasceva così un'amicizia, sulla base della quale questi pedofili, sotto mentite spoglie, si scambiavano materiale pedopornografico. C'è stato anche un momento in cui due pedofili hanno gettato via la maschera e hanno continuato il loro scambio di materiale illecito. Inoltre, dall'analisi del materiale sequestrato, si prevedono ulteriori sviluppi investigativi sul vasto fenomeno della pedopornografia digitale.

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