Le forze dello Stato Islamico avanzano non solo in Iraq ma anche in Siria. Per fuggire dalle atrocità dei radicali dell'Isil migliaia di curdi nelle utime ore si sono riversati in Turchia. Secondo l'Onu sarebbero almeno 70mila i profughi che hanno attraversato le frontiere,
dopo che venerdì Ankara aveva deciso di aprire otto valichi. A scappare sono soprattutto donne, anziani e bambini. In un primo momento, le autorità turche avevano chiuso la frontiera davanti alla nuova ondata di rifugiati curdi siriani. Centinaia di civili erano stati fermati al confine dalle forze di sicurezza. Poi la Turchia ha deciso il lascia-passare, affermando di ospitare già oltre un milione di profughi. La parte meridionale del Paese confina con la Siria del nord, una zona controllata in larga parte dai curdi siriani che si oppongono sia al regime di Bashar al Assad che alle milizie dello Stato islamico. Intanto proseguono i combattimenti fra i miliziani dell'Isil e le forze di difesa curde siriane. Kobané, la terza città curda, è totalmente assediata dai terroristi dello Stato islamico. Circa sessanta villaggi curdi sono stati conquistati negli ultimi due giorni dai radicali jihadisti e le milizie curde sono state costrette a ritirarsi. Con l'assalto a Kobané, l'Isil vuole garantire la sua supremazia territoriale anche al confine tra Siria e Turchia. Conquiste che non lasciano scampo ai cittadini curdi, se non quella della fuga.
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