La Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta dal Tribunale di Milano al circo Togni per aver detenuto in condizioni incompatibili con la loro natura e le loro caratteristiche etologiche due elefanti tenuti in via continuativa a catene
corte. A riferirlo è la Lega Antivivisezione (Lav) che aveva denunciato il circo nel 2012, opponendosi poi all'archiviazione del caso. "Una pronuncia importantissima, quella della Suprema Corte, che - commenta la Lav - conferma ancora una volta come detenere un animale a catena sia incompatibile con la sua natura, a prescindere dalla condizione di cattività e conferma anche, laddove ce ne fosse bisogno, che la vita degli animali dei circhi è sofferenza". Una posizione in tal senso è stata espressa nell'agosto 2015 dalla Fve (Federazione dei Veterinari Europei), secondo cui i mammiferi esotici "hanno lo stesso patrimonio genetico dei loro simili che vivono in natura, e mantengono perciò gli stessi comportamenti istintivi e bisogni naturali" che "non possono essere soddisfatti in un circo itinerante". "Il Governo e il Parlamento italiano devono prendere atto delle evidenze scientifiche - prosegue la Lav - e dell'accresciuta sensibilità degli italiani, il 71,4% dei quali, secondo il Rapporto Eurispes del 2016, è contrario ai circhi con animali". La Lav chiede che venga data immediata esecuzione ai dettami del Parlamento che, già nel 2013, richiedeva la revoca del finanziamenti pubblico ai circhi con animali (a partire dal 2018) a favore del circo contemporaneo senza animali; la Lav inoltre sollecita l'apertura della discussione in Parlamento delle proposte legislative, già pendenti da più di un decennio, sulla indispensabile riconversione dei circhi in spettacoli.
Fonte: Lav
Via: AdnKronos
Nessun commento:
Posta un commento