Roma, sentenza Cassazione: migranti si conformino ai nostri valori

La Cassazione ha condannato un indiano sikh che voleva circolare con un coltello "sacro" secondo i precetti della sua religione. Con la sentenza n. 24084/17 depositata il 15 maggio, la Suprema Corte ha stabilito che gli immigrati devono adeguarsi ai valori italiani, anche se confliggono con le leggi dei Paesi da cui provengono. "In una società multietnica, - si legge nel verdetto - la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l'identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. Se l'integrazione non impone l'abbandono della cultura di origine, in consonanza con la previsione dell'art. 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante". La decisione della Corte prende le mosse dal ricorso di un indiano sikh condannato a 2.000 euro di ammenda dal Tribunale di Mantova, nel 2015, perchè il 6 marzo del 2013 era stato sorpreso a Goito, nel Mantovano, dove c'è una grande comunità sikh, mentre usciva di casa armato di un coltello lungo 18,5 cm. alla cintola e di aver opposto resistenza alla Polizia locale, che gli aveva intimato di consegnare l'arma. L'indiano aveva sostenuto che il coltello (kirpan), come il turbante "era un simbolo della religione e il porto costituiva adempimento del dovere religioso". Ad avviso della I sezione penale della Suprema Corte, invece, "è essenziale l'obbligo per l'immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano e quindi della liceità di essi in relazione all'ordinamento giuridico che la disciplina".

Fonte: Il Sole24Ore
Via: Tgcom24

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