Palermo, sentenza su cosiddetta trattativa Stato-mafia: 7 condanne

La sentenza della corte d'assise di Palermo è arrivata dopo 5 anni e 6 mesi di processo sulla trattativa tra Stato e mafia. L'ex presidente del Senato Nicola Mancino è stato assolto dall'accusa di falsa testimonianza "perché il fatto non sussiste". I generali Mario Mori e
Antonio Subranni, ex vertici del Ros, sono stati condannati a 12 anni ciascuno per minaccia a corpo politico dello Stato. Sempre a 12 anni, per lo stesso reato, è stato condannato anche l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri. Il boss mafioso Leoluca Bagarella è stato condannato a 28 anni sempre per minaccia a corpo politico dello Stato. Per lo stesso reato è stato condannato a 12 anni il boss Antonino Cinà. Otto anni all'ufficiale del Ros Giuseppe De Donno. Massimo Ciancimino, accusato in concorso in associazione mafiosa e calunnia dell'ex capo della polizia De Gennaro, ha avuto 8 anni per calunnia. Dell'Utri, Mori, Subranni, De Donno, Bagarella e Cinà sono stati inoltre condannati a un maxi risarcimento da 10 milioni di euro a Palazzo Chigi. Gli ex vertici del Ros sono stati assolti per le condotte relative al periodo successivo al 1993 contestate nei capi di imputazione. Il loro contributo alla cosiddetta trattativa si sarebbe fermato a quell'anno. Dell'Utri, al contrario, si sarebbe fatto portavoce delle minacce mafiose allo Stato, commettendo il reato di minaccia a Corpo politico dello Stato, dal 1993 in poi, specificatamente, ha precisato la corte, durante il governo Berlusconi. I giudici della Corte d'Assise di Palermo sono entrati in camera di consiglio lunedì scorso. La fase processuale è cominciata nel 2013. Oggetto dell'intesa sarebbe stato la fine della "stagione stragista" in cambio di un'attenuazione delle misure detentive previste dall'art. 41 bis.

Fonte: AdnKronos
Via: SkyTg24

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