Trapani, pizzo e danneggiamenti del clan mafioso: 21 arresti - video

Carabinieri, Polizia e Dia hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 21 soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione,
danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. L'operazione, denominata "Anno Zero", si inserisce nel quadro delle investigazioni finalizzate alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro. Le indagini, oltre ad accertare il sistematico ricorso all'intimidazione esercitato da Cosa Nostra per infiltrare il tessuto economico locale, hanno consentito di individuare la rete relazionale funzionale allo smistamento dei "pizzini" con i quali il latitante impartiva le disposizioni ai suoi sodali. Tra le attività illecite si contano estorsioni a danno di imprenditori economici dell'area, ampia disponibilità di armi e munizioni, azioni violente mirate al controllo del territorio, al mantenimento delle funzioni di vertice, per la provincia di Trapani, di Messina Denaro. Da una intercettazione è emersa poi l'assoluta fedeltà del gruppo al boss latitante: "Padre Pio ci devono mettere allo zio Ciccio. E a quello accanto", il riferimento è a Messina Denaro e al padre Francesco, morto qualche anno fa. In un'altra intercettazione, parla un componente del sodalizio: "Ha fatto bene!", dice, a sciogliere il piccolo Giuseppe Di Matteo nell'acido.



Via: AskaNews

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