Roma, 21 mag. (Ansa) - Si sono conclusi i funerali solenni per i due alpini uccisi lunedì scorso in Afghanistan, il sargente maggiore Massimiliano Ramadù e il caporal maggiore Luigi Pascazio. I feretri dei due alpini, avvolti nel tricolore, sono stati trasportati a spalla dai loro compagni fuori dalla basilica di Santa Maria degli Angeli, dove si è svolta la cerimonia. Un applauso ha accolto l'uscita dei feretri. "Il sacrificio dei nostri militari non è vano, non solo per l'Afghanistan ma anche per l'Italia e il mondo intero". Lo ha detto l'ordinario militare, mons.Vincenzo Pelvi, nell'omelia ai funerali solenni dei due alpini uccisi lunedì scorso in Afghanistan, Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio. "Luigi e Massimiliano - ha spiegato Monsignor Pelvi - hanno vissuto per gli altri, e sono morti per gli altri: sono morti come hanno vissuto, offrendo la loro giovane vita per gli altri".
Quando Luigi e Massimiliano, ha proseguito l'ordinario militare, "hanno scelto la professione militare volendo partecipare in modo attivo e creativo alla pace, hanno scelto di donare tutto loro stessi per gli altri. Sapevano bene che la vera disgrazia sarebbe stata morire per niente e per nessuno, ed è stata proprio la loro morte a rendere più evidente il vivere per gli altri". "Per i nostri giovani militari - ha sottolineato monsignor Pelvi - le missioni di pace sono una questione d'amore, per dare dignità e democrazia a chi piange, soffre nelle terre più dimenticate. Ricordiamo che il servizio reso dai nostri figli e da militari di altre nazioni resta un evento scritto per sempre nella storia della pace, un patrimonio che deve irrobustire la coscienza nazionale unitaria degli italiani". (Ansa)
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