No Tav: perquisizioni e avvisi di garanzia, Procura ipotizza terrorismo

Una dozzina di perquisizioni sono state compiute ieri mattina, all'alba, a Torino e in Valsusa nell'ambito delle indagini condotte dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo sul blitz al cantiere Tav di Chiomonte  del 10 luglio scorso. Sono stati consegnati altrettanti avvisi di garanzia nei quali, per la prima volta, nei confronti delle frange più estremiste dei no Tav, è stata formulata l'ipotesi di reato di terrorismo. Il 10 luglio scorso dopo una "passeggiata" No Tav alla Maddalena si era verificato l'ennesimo attacco alle reti con petardi e bombe carta. Il crescendo di violenza è culminato nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 luglio, dove sotto gli occhi dei due pm titolari dell'inchiesta che avevano deciso di essere presenti nel cantiere, era stato sferrato un nuovo attacco con bottiglie molotov, sassi, razzi e petardi da un gruppo di circa 200 giovani mascherati. "Sostengo da più di un anno, almeno da quando ci furono i primi violenti scontri intorno al cantiere di Chiomonte, che la molla di certe azioni violente contro i lavoratori del cantiere era solo e semplicemente terroristica. La contrarietà alla Tav è sempre stato soltanto un pretesto, un movente come un altro, per scatenare una violenza inaudita contro persone e cose". Lo affema Osvaldo Napoli, esponente Pdl e sindaco di Valgioie. "Accolgo con civile soddisfazione la decisione dei Pm torinesi di formulare l'accusa di finalità terroristiche alle azioni messe in atto da gruppi di violenti. Sono per lo più esponenti noti di Centri sociali del Nord Italia ai quali della Tav importa tanto quanto. Sono curioso di leggere le reazioni dei grillini e di quanti hanno fin qui fiancheggiato un terrorismo nuovo nelle forme ma vecchio e ben noto nella sua sostanza eversiva", conclude Napoli.

Fonte: ASCA
Foto da video: Polizia di Stato

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