Sono passati quasi due anni da
quel giorno allo stadio Adriatico. E' il 14 aprile del 2012, trentunesimo del primo tempo della partita Pescara-Livorno, quando Piermario Morosini, il centrocampista della squadra amaranto crolla in campo e muore, a 26 anni. Adesso tre medici sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo: Ernesto Sabatini del Pescara, Mario Porcellini del Liverno e Vito Molfese del 118. Il giudice per l'udienza preliminare ha accolto le tesi della Procura, secondo cui l'assistenza prestata al calciatore è stata caotica, inefficace e incongrua. In particolare sotto accusa il mancato uso del defibrillatore, perchè è vero che Morosini ha avuto un arresto cardiaco, provocato da
una cardiomiopatia aritmogena, ma è vero anche come hanno detto i periti nominati dal Gip che i tre medici sotto inchiesta, non hanno usato il defribillatore presente in campo. Se lo avessero fatto, secondo i consulenti, il calciatore poteva essere salvato con una probabilità del 60-70%. Che qualcosa nei soccorsi non avesse funzionato è stato evidente da subito, come il ritardo dell'ambulanza
bloccata all'ingresso dello stadio da un'auto della Polizia municipale. Il primo dicembre inizierà il processo che potrà scrivere la parola fine su una storia che ha colpito tutti, tifosi e non, anche perché Morosini non era uno bravo solo a tirare calci al pallone, ma uno che con [...]
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