La Turchia ha bloccato l'accesso a Twitter passando dalle minacce ai fatti dopo gli avvertimenti del premier islamico conservatore Erdogan, furioso per la diffusione sul social network di alcune intercettazioni che lo chiamano direttamente in causa per un presunto
caso di corruzione. "Aboliremo Twitter. Me ne infischio di ciò che potrà dire la comunità internazionale" aveva affermato davanti a migliaia di sostenitori. Poche ore dopo è scattato il blocco, ad opera dell'ente per le telecomunicazioni turco che renderà di nuovo libero l'accesso solo se Twitter rimuoverà i link definiti illegali. Ma il social network non è stato a guardare e ha messo in campo un sistema tramite sms per permettere agli utenti turchi di aggirare il blocco e usare inviare tweet. Dopo l'esplosione della tangentopoli del Bosforo che coinvolge decine di personalità del regime, Erdogan ha rimosso migliaia di poliziotti e centinaia di magistrati, fra cui i responsabili delle inchieste sulla corruzione. Lo scandalo corruzione domina la campagna per le cruciali elezioni amministrative del 30 marzo che potrebbero essere decisive per il futuro politico di Erdogan. Il mese scorso il premier aveva già minacciato di bloccare Facebook e Youtube. Il "no" di Google ha però respinto la richiesta del governo turco di rimuovere da YouTube i video sulla presunta corruzione del governo. Lo riporta il Wall Street Journal.
caso di corruzione. "Aboliremo Twitter. Me ne infischio di ciò che potrà dire la comunità internazionale" aveva affermato davanti a migliaia di sostenitori. Poche ore dopo è scattato il blocco, ad opera dell'ente per le telecomunicazioni turco che renderà di nuovo libero l'accesso solo se Twitter rimuoverà i link definiti illegali. Ma il social network non è stato a guardare e ha messo in campo un sistema tramite sms per permettere agli utenti turchi di aggirare il blocco e usare inviare tweet. Dopo l'esplosione della tangentopoli del Bosforo che coinvolge decine di personalità del regime, Erdogan ha rimosso migliaia di poliziotti e centinaia di magistrati, fra cui i responsabili delle inchieste sulla corruzione. Lo scandalo corruzione domina la campagna per le cruciali elezioni amministrative del 30 marzo che potrebbero essere decisive per il futuro politico di Erdogan. Il mese scorso il premier aveva già minacciato di bloccare Facebook e Youtube. Il "no" di Google ha però respinto la richiesta del governo turco di rimuovere da YouTube i video sulla presunta corruzione del governo. Lo riporta il Wall Street Journal.
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