Per Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l'accusa di aver ucciso con crudeltà Yara Gambirasio, la traccia genetica trovata sugli slip della ragazzina sembra avere un doppio volto: nessun dubbio, al momento, che il suo Dna
nucleare corrisponda con quello di "Ignoto 1" (al 99,99999987%), ma con la stessa certezza il suo Dna mitocondriale non combacia con quello del presunto assassino. Leggendo la tabella estratta dalla relazione del Ris esaminata dall'AdnKronos si certifica che mista alla traccia biologica (mitocondriale) della vittima c'è quella di uno sconosciuto che non è Bossetti. Dopo "Ignoto 1" dunque sembra spuntare "Ignoto 2". A fronte di quantità "significativamente elevate di Dna maschile in tali campioni (circa il 50% nel campione 31G19 e circa il 70% nel campione 31G20)" per cui si è riusciti a risalire a "Ignoto 1", invece l'analisi mitocondriale evidenziava una "componente maggioritaria" riferibile a Yara e una minoritaria di "difficile interpretazione"; la traccia 31G19 "produceva addirittura esclusivamente un aplotipo riconducibile alla vittima". Ma a questa "anomalia", l'esperto fornisce una spiegazione. Ci può essere "un numero di mitocondri diverso nelle cellule delle due componenti (vittima e indagato), nel caso in cui queste provengano dallo stesso tessuto biologico (per esempio sangue vittima e sangue indagato)". Il Procuratore di Bergamo è intervenuto sulle indiscrezioni secondo le quali il Dna mitocondriale dell'imputabile non è attribuibile a "Ignoto 1". Non è in discussione - riporta RaiNews24 - "la valenza probatoria del Dna repertato e utilizzato nel processo a carico di Bossetti". Le critiche s'incentrano sulla "distinzione tra dna mitocondriale e dna nucleare" e "la Procura di Bergamo ribadisce che tale profilo è stato già oggetto di approfondita valutazione", ha detto il Procuratore.
Via: AdnKronos
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