Il Tribunale penale internazionale dell'Aja per i delitti nella ex Jugoslavia (Tpi) ha condannato all'ergastolo, in primo grado, l'ex comandante dell'esercito serbo-bosniaco Ratko Mladic, per genocidio e crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati
durante la guerra in Bosnia. Mladic è stato riconosciuto colpevole di dieci su 11 capi di imputazione. L'ex generale, soprannominato "il macellaio", è accusato del massacro di Srebrenica nel 1995 e sei altri comuni bosniaci nel 1992, la persecuzione della popolazione non serba in tutta la Bosnia-Erzegovina, mentre non è stata riconosciuta l'intenzione di genocidio nelle municipalità della Bosnia nord occidentale. Mladic fu arrestato nel 2011 dopo essere rimasto in fuga per oltre un decennio, e il procedimento ha avuto inizio nel mese di maggio dell'anno successivo. Nella loro dichiarazione di chiusura, i procuratori dell'Aja avevano chiesto al giudice di condannare Mladic all'ergastolo, mentre la difesa aveva chiesto la sua assoluzione. Il verdetto è stato interrotto per più di mezz'ora quando Mladic ha chiesto ai giudici una pausa bagno. Dopo il suo ritorno, gli avvocati della difesa hanno chiesto che il procedimento venisse sospeso a causa della sua alta pressione sanguigna. I giudici hanno negato la richiesta. Mladić è andato in escandescenza, con urla d'insulti contro la Corte, ed è stato allontanato. La sentenza è stata letta in sua assenza. L'udienza, trasmessa in diretta tv, è stata seguita da vicino in Bosnia. Adesso il 75enne "boia dei Balcani", vecchio e malato, finirà i suoi giorni in una cella. Il processo all'Aia è senza dubbio il più significativo caso di crimini di guerra in Europa dopo il processo di Norimberga, in parte a causa della scala di atrocità coinvolte.
Via: The Guardian
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