La Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per il boss della mafia Totò Riina, nel procedimento per la strage del Rapido 904, in cui persero la vita sedici persone e oltre 260 rimasero ferite. L'inchiesta era stata trasferita da Napoli a Firenze dalla
Cassazione. L'attentato con esplosivo avvenne nella Grande Galleria dell'Appennino. Il treno proveniente da Napoli era diretto a Milano. Alla base della riapertura dell'indagine, le dichiarazioni di pentiti di mafia e di camorra, tra cui Giovanni Brusca. La strage, per gli inquirenti, sarebbe rientrata nella strategia stragista voluta dai Corleonesi. La strage del rapido 904 sarebbe stata la prima risposta ai mandati di cattura relativi al maxi processo a cosa nostra emessi nel settembre 1984 dai giudici Falcone e Borsellino. E' quanto emerge dagli sviluppi dell'inchiesta che ha portato all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss Totò Riina. Dalle dichiarazioni fatte da vari collaboratori di giustizia è emerso che almeno una parte dell'esplosivo utilizzato per la strage sul treno sarebbe stato trasportato presso la stazione centrale di Napoli ed introdotto sul treno ad opera di camorristi attivi nelle zone della Sanità e di Forcella. I magistrati hanno poi tracciato un filo conduttore con gli attentati degli anni '90, sulla base delle perizie sull'esplosivo.
Cassazione. L'attentato con esplosivo avvenne nella Grande Galleria dell'Appennino. Il treno proveniente da Napoli era diretto a Milano. Alla base della riapertura dell'indagine, le dichiarazioni di pentiti di mafia e di camorra, tra cui Giovanni Brusca. La strage, per gli inquirenti, sarebbe rientrata nella strategia stragista voluta dai Corleonesi. La strage del rapido 904 sarebbe stata la prima risposta ai mandati di cattura relativi al maxi processo a cosa nostra emessi nel settembre 1984 dai giudici Falcone e Borsellino. E' quanto emerge dagli sviluppi dell'inchiesta che ha portato all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss Totò Riina. Dalle dichiarazioni fatte da vari collaboratori di giustizia è emerso che almeno una parte dell'esplosivo utilizzato per la strage sul treno sarebbe stato trasportato presso la stazione centrale di Napoli ed introdotto sul treno ad opera di camorristi attivi nelle zone della Sanità e di Forcella. I magistrati hanno poi tracciato un filo conduttore con gli attentati degli anni '90, sulla base delle perizie sull'esplosivo.
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