Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha decretato lo stato di emergenza per tre mesi, dopo il duplice attentato di domenica rivendicato dall'Isis contro due chiese copte, che fatto 44 morti e 126 feriti. Le misure di sicurezza sono state rafforzate al Cairo davanti
a hotel, edifici pubblici e alla centrale piazza Tahrir. I tre mesi di stato d'emergenza sono entrati in vigore a partire dalle 13 di lunedì 10 aprile. Lo stato d'emergenza ha sospende il diritto alle manifestazioni di ogni genere e le adunate di oltre 5 persone, consente fermi per un periodo indeterminato, estende i poteri delle forze di polizia, permette procedimenti giudiziari per civili ad opera di tribunali militari. Nel frattempo Israele ha chiuso, con effetto immediato, il valico di confine di Taba con l'Egitto per timore di possibili attacchi contro israeliani. La scelta di impedire il passaggio ai cittadini dello stato ebraico è stata presa dal ministro dei trasporti Yisrael Katz, insieme a quello della difesa Avigdor Lieberman e a esponenti dell'apparato di sicurezza. Taba per gli israeliani resterà chiusa fino al 18 aprile, fine della Pesach. Ieri, nella prima esplosione, che si è verificata nella chiesa di Mar Girgis a Tanta, 120 chilometri a Nord del Cairo, sono morte almeno 27 persone e 78 sono rimaste ferite. La deflagrazione è avvenuta poco prima delle ore 10, mentre la comunità cristiana copta assisteva alla messa della domenica che introduce la settimana santa. Nella seconda deflagrazione, avvenuta nei pressi della chiesa di San Marco ad Alessandria d'Egitto, a pochi giorni dalla visita di papa Francesco, sono morte 17 persone e 48 sono rimaste ferite. Sono due cittadini egiziani i kamikaze che hanno compiuto le stragi: lo ha affermato lo Stato islamico tramite la sua agenzia Amaq.
Nessun commento:
Posta un commento